La neuroscienziata Lisa Feldman Barrett ha sapientemente illustrato il fatto che abbiamo più possibilità di gestire le nostre emozioni di quanto possiamo immaginare.
Potreste pensare che le emozioni siano già presenti in noi dalla nascita e che poi siano condizionate dagli eventi, e che le sentiamo automaticamente dopo essere stati sollecitati, ma non è così.
In realtà, le emozioni non sono costruite nel cervello alla nascita, ma sono costruite dalle nostre esperienze. Infatti, le emozioni sono delle ipotesi che il cervello costruisce nel momento in cui miliardi di cellule cerebrali lavorano insieme, setacciando un’intera vita di esperienze, facendo migliaia di supposizioni contemporaneamente, soppesando le probabilità, tentando di rispondere alla domanda: “A cosa assomiglia di più questa esperienza?”. Non: “Cos’è?”, ma: “A cosa somiglia di più nella mia esperienza passata?”. E tutto questo capita in un batter di ciglia.
Queste ipotesi e predizioni sono la base di ogni esperienza e ci aiutano a dare un senso al mondo in modo veloce ed efficiente. Facendo uso dell’esperienza passata, il cervello predice e costruisce il modo in cui percepiamo il mondo.
Dunque, le emozioni che ci pare di individuare negli altri e in noi stessi, in realtà provengono in parte da ciò che si trova nella nostra testa.
Il cervello è già precostituito per provare alcune semplici sensazioni che partono dalla fisiologia del corpo. Così quando nasciamo, proviamo sensazioni di calma, di agitazione, eccitazione, benessere e sconforto. Ma queste semplici sensazioni generali, che partono da sensazioni fisiche, non sono sempre necessariamente emozioni. In realtà sono in noi in ogni momento della nostra vita. Sono semplici riassunti di quello che succede nel corpo, quasi come un barometro. Ma hanno davvero pochi dettagli, e noi abbiamo bisogno di quei dettagli per capire la prossima mossa: cosa fare con queste sensazioni? E come fa il cervello a fornire questi dettagli? Bene, è ciò che fanno le predizioni. Le predizioni connettono le sensazioni del corpo generali/di base con ciò che succede nel mondo intorno a noi, per aiutarci a capire cosa fare. E talvolta, ma non sempre, queste costruzioni sono emozioni.
Quindi la Feldman Barrett ci insegna che le emozioni, che sembrano capitarci, in realtà sono create da noi. Non siamo alla mercé di fantomatici circuiti emozionali sepolti nel profondo di qualche luogo ancestrale del cervello. Abbiamo molta più capacità di gestione delle nostre emozioni di quanto possiamo credere. Ovviamente, non basta schioccare le dita e modificare ciò che provate come se vi steste cambiando d’abito. Ma il vostro cervello è strutturato in modo tale che, mutando gli ingredienti che usa per creare emozioni allora potrete trasformare la vostra vita emotiva. Se cambiate questi ingredienti oggi, state insegnando al cervello come predire il futuro in modo differente.
Ora voi stessi potete coltivare quest’intelligenza emotiva quotidianamente: al mattino invece di abbandonarvi al rimuginio (spesso negativo) su come andrà la giornata e cosa dovete fare, ecc.. sappiate che quella corsa mentale è predizione. Il vostro cervello sta cercando di trovare una spiegazione a quelle sensazioni del vostro corpo che percepite come confuse, per spiegare cosa ha causato queste sensazioni affinché voi sappiate come gestirle. Ma queste sensazioni potrebbero non indicare che tutto va storto nella vostra vita. Potrebbero avere una causa puramente fisica. Forse siete stanchi, non avete dormito abbastanza, forse avete fame, o siete disidratati.
Quindi, la prossima volta che provate uno stress intenso, chiedetevi: “Potrebbe esserci una causa puramente fisica?”
Non stiamo suggerendo che ci basti seguire un paio di trucchetti mentali per superare la depressione, l’ansia o ogni altra sorta di condizione grave. Ma stiamo dicendo che abbiamo più potere di gestione sulle emozioni di quanto immaginiamo, e che abbiamo la capacità di diminuire l’intensità della sofferenza emotiva e le sue conseguenze sulla nostra vita imparando a costruire le esperienze in maniera diversa, invece di etichettarle, scacciarle e cercare di controllarle. Tutti possiamo farlo e con un po’ di pratica, possiamo farlo molto bene proprio come guidare un’auto. All’inizio si fa maggiore sforzo, ma alla fine diventa quasi automatico.
E, probabilmente, sarà chiaro anche a voi come la Mindfulness e l’ACT ci possano aiutare in questo!
Qui il video completo (18 min) sottotitolato in italiano: gli esempi pratici vi aiuteranno a comprendere meglio il messaggio e a metterlo in pratica!
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